Ogni tanto qualcuno, me compreso, si chiede: ma come fanno realtà totalmente incompatibili come quelle della Lega (federalista, a parole almeno) ed AN (centralista) a convivere all'interno dello stesso schieramento? Non dico tanto per i politici nella fattispecie, che hanno evidenti motivi di interesse per costringersi a questa coabitazione forzata, ma per gli elettori comuni (elettori fra l'altro, come nel caso della Lega, che si legherebbero ad una specie di ideologia - mitologia, il Dio Po eccetera e quindi a maggior ragione dovrebbero vedere come il fumo negli occhi un vicino di casa centralista o semplicemente terrone). Insomma: che genere di meccanismo mentale scatta nella testa di un elettore che sostiene la Lega perchè in qualche modo ci crede, odia Berlusconi , ma dà il suo voto alla Lega benchè questo voto sia CHIARAMENTE anche un voto di sostegno a Berlusconi?
A sinistra - forse sbaglio, ma non credo - il meccanismo già mi sembra diverso; e proprio per la sua proverbiale incapacità di coesione. Se io voto Sinistra e Libertà chiaramente lo faccio proprio per segnare la mia presa di distanza dal PD, e questa presa di distanza si tramuta in un risultato reale: i miei voti sono andati a Sinistra e Libertà e NON hanno sostenuto il PD. Certo, c'è Di Pietro, ma la sua è una situazione un po' anomala. Ho sempre l'impressione che in realtà i votanti di Di Pietro siano semplicemente dei votanti PD disamorati. Votano Di Pietro perchè prende le posizioni che vorrebbero prendesse il PD. Ma non è proprio una presa di distanza. Se quelle posizioni le avesse il PD, voterebbero il PD. In un certo senso, è una bacchettata di incoraggiamento. Come a dire: "so che Di Pietro non arriverà mai a conquistare la maggioranza politica, ma lo voto per mandare un segnale al PD, perchè capisca in che direzione vanno le preferenze dei cittadini che propendono per la sinistra".
Insomma, perchè i votanti di partiti come Lega ed AN votano PdL e non sentono nessuna contraddizione, nessuno scrupolo nel sostenere indirettamente posizioni spesso antitetiche a quelle che sono - dovrebbero essere - le loro, quelle personali? Ho la sensazione che ci sia una sorta di meccanismo strano, quasi invisibile, un'intesa mai apertamente espressa tra i politici di questi partiti e i loro sostenitori. Calderoli a Montecitorio cerca a tratti di darsi un contegno; poi rientra nel suo feudo e subito riesplode in un rutto liberatorio la sua vera natura, torna a parlare di musulmani fetidi e di terroni e la gente applaude. Ma appunto, c'è una sorta di intesa invisibile, quasi mafiosa, fra il politico e i suoi elettori. Come se dicesse: non preoccupatevi, anche se sono a Roma, anche se mi comporto in modo diverso dal Calderoli che conoscete, resto sempre io; sapete che sto con Berlusconi solo per portare avanti i miei interessi; lui non è che un mezzo per arrivare al mio - al nostro - fine personale. Quando e se non dovesse servire più, lo scarico.
Che fra politici ci sia un machiavellismo egoistico che porta ad alleanze anche improbabili è un'ovvietà. Ma forse non è del tutto un'ovvietà che il fatto che quel particolare politico porti avanti secondi fini sia una cosa assolutamente nota anche a tutti i suoi elettori benchè NON ne parlino mai apertamente. Forse non è che gli italiani siano ingenui; forse sono semplicemente cinici. Quando Berlusconi e Bossi vanno a braccetto, palesemente per dimostrare un'intesa che in realtà sono pronti a spezzare se si dovesse rivelare controproducente, perchè lo fanno? Chi cercano di ingannare? Perchè dubito che, per esempio, un leghista tipo dica veramente che dopotutto Berlusconi non è così male. Probabilmente dirà che sì, Bossi fa così per protare avanti il progetto del federalismo, la Padania eccetera, ma che in realtà Berlusconi è un tipo losco, lo sa lui, lo sa Bossi e lo sanno gli elettori, e lo si può abbandonare quando si sarà ben sfruttata la situazione. Con buona pace di quelli che si riempiono la bocca con l'importanza della stabilità del paese. Una specie di commedia fatta a uso e consumo di non si sa bene chi, e in cui gli attori non sono solo i politici, ma anche gli elettori. In questo senso, certi tentativi di ricondurre i votanti di destra alla ragione, facendo loro notare che, ad esempio, le posizioni di un Bossi nulla hanno a che vedere con quelle di un Berlusconi e dunque logica vorrebbe che non dessero un voto che di fatto sostiene anche Berlusconi, sono destinati a fallire miseramente. I votanti lo sanno benissimo: votano comunque direttamente Bossi (ed indirettamente Berlusconi) perchè così potranno portare avanti anche i loro progetti (ed è sottinteso che toglieranno il sostegno a Berlusconi qualora vedranno che non c'è più da guadagnarci loro personalmente.
Da un lato è quasi ammirevole questa abnegazione della causa che probabilmente è anche alla base della disciplina ferrea (benchè di facciata; ma a sinistra non c'è nemmeno quella) che consente la solidità del PdL. Dall'altro è sconvolgente il cinismo che dimostrano non dico i politici, ma proprio i singoli cittadini, compreso il fatto che di tutto questo non emerga praticamente nulla a parole. Un po' lo stesso meccanismo che sta alla base di un curioso fenomeno che credo essere tutto italiano: vi è mai capitato, per esempio lungo certe stradi regionali, di ricevere dei segnali (lampeggiamenti o roba simile) dalle macchine che transitano in senso contrario, per poi trovare, un duecento metri più avanti, l'immancabile pattuglia di carabinieri? Perchè dei totali sconosciuti sentono il bisogno di segnalarsi a vicenda la presenza delle forze dell'ordine? Perchè non ci stupisce che lo facciano e anzi abbiamo quasi un vago senso di cameratismo, di amicizia, per questi segnalatori? Perchè, una volta passata la pattuglia dei carabinieri, ci sentiamo quasi in dovere di ricambiare il favore facendo a nostra volta la segnalazione alle macchine che vanno in senso inverso? Siamo un paese geneticamente mafioso.
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