giovedì 4 marzo 2010

Le cose belle di internet / 2

Logo di Google: Vivaldi
I loghi di Google, ovvero una delle forme d'arte della rete. Li guarderei per ore.
(continua...)

lunedì 22 febbraio 2010

La peggior figura di tutti i tempi

FacepalmL'orrore.
Come già fatto su Comicus, esaminiamo perchè questo episodio, nella lista mondiale delle cose sbagliate, è una cosa sbagliata in così tanti aspetti che sicuramente supera la top ten delle altre cose sbagliate per diventare la cosa sbagliata più sbagliata di tutte le cose sbagliate. A futura memoria.

1- Punto primo e più importante. Qualcuno parte dal presupposto che parlare dei disoccupati al Festival di Sanremo possa avere una qualsiasi utilità di qualche tipo. Falso. Alla gente che era presente a Sanremo, e quella che seguiva da casa, degli operai non importa un cazzo. Non in teoria, e non perchè lo dico io, ma proprio in concreto. Perchè questi programmi sono studiati APPOSITAMENTE per avere un certo tipo di pubblico e suscitare un certo tipo di aspettative. è completamente sbagliata - se si vuole affrontare la cosa con un minimo di serietà - la tipologia di programma, l'orario, l'occasione, tutto. Qualsiasi programma con una parvenza di attualità (anche Porta a porta) è più adatto. L'attenzione che la gente riserva a questi argomenti in questo tipo di occasioni è la stessa che viene riservata al minuto di silenzio per le vittime di un terremoto durante le partite: una cosa che viene fatta per puro senso di consuetudine, perchè lo fanno gli altri, e da vivere come un piccolo sacrificio momentaneo. Oggi la gente che ha assistito all'episodio non si ricorda assolutamente dei disoccupati. Si ricorda che Bersani ha fatto brutta figura e che Scajola ha fatto bella figura per qualche tema genericamente importante.

2- Se giochi fuori casa gioca in situazioni che puoi controllare o in cui tu possa aggirare gli imprevisti con un po' di disinvoltura. MAI, ripeto MAI, prendere la parola da spettatore in mezzo al pubblico. Ti mette in una situazione di totale inferiorità, specialmente se giochi in ambienti ostili e non hai la disinvoltura di saper accentrare su di te l'attenzione. Anche Scajola ha parlato dal mezzo del pubblico, ma A-Aveva accanto a sè alcuni segretari e sgherri che hanno tenuto a bada i (pochi) fischi mentre lui poteva continuare a parlare, e che in più danno un senso di autorità. Bersani stava con sua figlia. B-Giocava in un ambiente in cui è conosciuto e ben accetto, da cui gli applausi (anche Gentilini si sente a suo agio ad un raduno di alpini). Risultato: Bersani è apparso impacciato ed anonimo, tipo Castellitto in "Caterina va in città", Scajola autorevole.

3- Qualcuno dice che Scajola avrebbe fatto figura più bella se Bersani non fosse andato. Falsissimo. Se Bersani non fosse andato, Scajola avrebbe fatto bella figura, ma nessuno avrebbe potuto riprendere la brutta figura di Bersani. Salvo incidenti clamorosi, sarebbe stata solo l'ennesima bella figura di un ministro di Berlusconi fra tante (quindi anonima). Così non è stata la bella figura in senso assoluto di Scajola, ma la bella figura di Scajola in RELAZIONE alla figuraccia di Bersani. Messaggio: "Scajola è meglio di Bersani", non "Scajola è bravo". Il fatto che Bersani fosse presente fa tutta la differenza del mondo. Non è un caso che politici o comunicatori più navigati stiano sempre attentissimi a dove intervengono (Berlusconi non a caso non si mette in gioco, e Prodi quando è intervenuto in diretta ha telefonato a Crozza, non ad Emilio Fede).

4- Bersani è un comunicatore disastroso. DISASTROSO. Una cosa che dicevo già ai tempi delle primarie. Si mangia le unghie, mastica, sta tutto gobbo, imbarazzato, bofonchia. Guardarlo è una sofferenza in termini mediatici. Se non sei in grado di tenere un contegno, procurati un consulente di immagine (e pensaci due volte prima di candidarti come volto di un partito in tempi in cui l'immagine è tutto).

5- Nel momento in cui intervieni già stai dando l'idea che accetti che questo tipo di programma sia autorevole, gli conferisci dignità. Vespa è diventato importante non tanto per i salotti, ma perchè al suo salotto hanno partecipato molti onorevoli di destra e di sinistra, di fatto stabilendolo in termini di immagine come un salotto autorevole. Nel momento in cui Bersani partecipa ad un salotto come quello di Sanremo (o D'Alema parla di risotti in tv, o Fassino va a C'è Posta per te), accetta le regole del gioco, quindi accetta i fischi, accetta che Costanzo dia una precedenza a Scajola facendolo parlare per secondo (chi replica nove volte su dieci dà l'impressione più forte e duratura), eccetera. In questi casi l'argomento che si porta passa in secondo piano: Brunetta da Elkann può parlare di posti di lavoro come di pasta e fagioli, eccetera. Nella fattispecie, Costanzo ha utilizzato la presenza degli operai nello stesso modo in cui avrebbe presentato tre lebbrosi o tre mongoloidi: in modo sensazionalistico e superficiale allo stesso tempo. Se ti presti ad essere presente accettando le regole del gioco col tuo appoggio conferisci autorevolezza alla situazione. Insomma, anzichè porre l'attenzione sul tema Bersani ha contribuito a svalorizzarlo.

6- Non mettiamo una comparsata televisiva sul medesimo piano di una raccolta firme per una causa importante. Bersani è un segretario, deve comunicare dignità e sicurezza, non dare l'impressione di andare a raccattarsi i voti. A Sanremo invece ha dato proprio l'impressione di uno che voleva parlare per CHIEDERE un po' di consensi e simpatie (che magari era anche vero, ma non devi lasciarlo trasparire).

7- Tutte le considerazioni di cui sopra valgono in circostanze NORMALI, cioè nelle condizioni assolutamente normali di qualsiasi ambito mediatico. Se poi c'è addirittura l'impressione di una trappola, che cacchio ci vai a fare a suicidarti? Su questo ha ragionissima Telese su Il Fatto di oggi.

8- Del tristissimo dopofestival youdem non parlo, inutile infierire.

P.S. Ma che diavolo è successo alla voce di Costanzo? Più passa il tempo più assomiglia a quella di un Gremlin. Con la vecchiaia gli si è ritirato sempre più il collo nella cassa toracica: forse non ha più una trachea degna di tal nome.

venerdì 22 gennaio 2010

La sòla del lupo

Lupo che rideEpilogo di un momento di pace.
Non ci si può fidar di nessuno.

martedì 19 gennaio 2010

Una delle cose belle della vita

Rezza
Antonio Rezza.
Ho detto tutto.

Craxi day

Craxi CuoreCi voleva la lettera di Napolitano ai craxiani per scuotermi dal torpore e farmi ricominciare a scrivere sul blog (che trascuro da troppo tempo, ossia da quando il caso Marrazzo era ancora qualcosa di buffo)...

Ha fatto bene? Ha fatto male? Ha fatto malissimo. Proprio non capisco che bisogno c'era, con un intervento che sarà strombazzato per anni come prova della persecuzione dei magistrati contro Craxi ("se lo dice Napolitano deve essere vero"), di dare importanza ad una pagliacciata che nonostante la partecipazione di qualche nome noto tipo la Moratti è stata finora tutto sommato contenuta. D'accordo, il solito discorso: è il Presidente della Repubblica, non può schierarsi. Vabbè. Ma non era nemmeno così automatico che intervenisse. Non è una questione di stato. Una posizione pilatesca sarebbe stata, una volta tanto, la più consigliabile. Invece no. Manda una lettera che sembra fatta apposta per consolidare il concetto che in politica la parola "equidistanza" è sinonimo di "cerchiobottismo": nessuna posizione netta, una condanna ferma ma generica del malcostume in politica accanto ad una precisa sitgmatizzazione della "durezza" della pena di Craxi. Diciamo che Napolitano non ha detto bugie. Però in compenso ha detto tante mezze verità, in modo ambiguo, che ben si prestano ad essere utilizzate come tante frecce all'arco dei craxiani/berlusconiani (benchè, sia ben inteso, a Berlusconi, Moratti, eccetera, di Craxi non importa assolutamente niente: la sua santificazione è solo un tramite per arrivare a far passare il solito messaggio Magistratura=golpisti).

Ad esempio, una frase come questa :
"Un periodo in cui si creò un vuoto politico che ha determinato un brusco spostamento degli equilibri nel rapporto fra politica e giustizia"
è vera? Sì, è vera, nel senso che gli scandali di quel periodo hanno portato alla fine della prima Repubblica, così corrotta da non saper più reggersi sulle sue fondamenta. Peccato che la stessa identica frase, parola per parola, sia anche un perfetto slogan per chi porta avanti il teorema che la classe politica italiana sia stata proditoriamente sostituita da una banda di giudici che l'hanno sostituita con un'altra a loro favorevole.

E dispiace anche rilevare il pessimo comportamento di Bersani, cui fin qui il consueto silenzio (in altre occasioni pesante come un macigno sui troppi pasticci interni del PD, comprese le tragiche sparate di d'Alema) non aveva fatto difetto, e che invece si è affrettato, dopo la lettera di Napolitano, ad appoggiarne le "parole nette" (what?!) e a sottolineare gli "errori" che Craxi ha pagato (una frase che contiene due falsità, perchè primo Craxi si è vilmente sottratto alle sue responsabilità giudiziarie scappando dall'Italia, e dunque non ha pagato proprio niente; e secondo, ma perchè tutti devono parlare in punta di forchetta di errori e mai di colpe? Craxi non era una vittima, ma un complice del sistema di corruzione che era ed è la regola in Italia). Quanto avrei preferito Rosy Bindi come segretaria del PD.

In nome di cosa, tutto ciò? Delle riforme condivise (che equivalgono ad accettare di giocare a carte con un giocatore che bara)? In nome del superamento delle pregiudiziali? In nome dell'ammore? Quanto bello sarebbe poter finalmente storicizzare Craxi e Tangentopoli, vederli con senso critico come qualcosa che appartiene al passato, da esaminare ed analizzare serenamente. Il guaio è che in realtà Tangentopoli non è mai finita. I protagonisti - soprattutto nel male - di quegli anni sono gli stessi di oggi. Siamo, per così dire, ancora in lizza. E possiamo al massimo schierarci, ma non analizzare quel periodo in maniera davvero distaccata.

E adesso equilibriamo tutte queste brutte cose con un po' d'ammore, ossia il sito dei lolcat.


martedì 27 ottobre 2009

Una proposta per salvare il cinema italiano

AmarcordTrans, Prostitute, droga, palazzi del potere invasi da catering di mozzarelle e casatiello, ma come si fa a dire che la commedia all'italiana è morta? Inutile discuterne. Una fotografia e un filmato valgono più di mille parole (notare il tipo coi baffetti e il cappello da cuoco):


Mastella

lunedì 26 ottobre 2009

La topastra

topastra
Lucia Poli mi fa paura.