Amo gli anni '80. Amo l'estetica di certi film; le prime console Nintendo con grafica cubettosa (io possessore all'epoca di un Amiga invidiavo - quasi sicuramente a torto - chi poteva giocare con Super Mario); quell'atmosfera di insensato edonismo, di culto patinato dell'estetica e spesso anche della forza. Non sempre ero consapevole di queste caratteristiche, di cui devo aver subito un'influenza indiretta attraverso - ad esempio - canzoni che mi entravano nell'orecchio e non ne uscivano più, tipo Jump dei Van Halen. Si tratta, come per molte nostalgie, di un sentimento abbastanza infondato, gli anni '80 hanno prodotto fior di mostruosità (negli Stati Uniti ma non solo, basti pensare all'ascesa dei Socialisti craxiani in Italia) e dunque non dovrebbero essere particolarmente rimpianti.
Tuttavia, sforzandomi di essere il più obbiettivo possibile, devo dire che artisticamente li trovo molto più interessanti dei successivi anni '90 per non parlare del nuovo millennio. Sia musicalmente che, soprattutto, cinematograficamente. Deve essere stato l'ultimo momento - con pochissime eccezioni, tipo il primo Matrix - in cui la fantascienza americana è riuscita a produrre dei lavori veramente originali e perturbanti: in una manciata di film (Terminator, 1984; Robocop, 1987; Predator, 1987; Blade Runner, 1982 e qualche altro che ora mi sfugge) c'è concentrato tutto il fantastico americano degli anni successivi. Commistioni uomo-macchina; una specie di selvaticità tecnologica, industriale (in quasi tutti questi film c'è almeno una scena ambientata in un'acciaieria), e tuttavia spontanea e naturale; periferie degradate (le città in cui si svolge Terminator sono piene di squallore urbano e white trash, un dettaglio che sono riusciti a mantenere anche nella bella serie TV The Sarah Connor Chronicles). Perchè questi film sono ancora oggi così avvincenti, ci colpiscono con così tanta forza? Evidentemente in qualche modo ci sentiamo legati a quelle immagini, si tratta di pellicole che sono riuscite a cogliere - forse nemmeno consapevolmente - un cambiamento in atto, una qualità invisibile che ce li fa sentire vicini. Ci colpiscono perchè parlano di noi: di quello che stavamo diventando, di come il mondo stava influendo sulla nostra percezione delle cose. Un discorso che senz'altro non vale solo per la fantascienza (presumo che lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato ai grandi miti horror degli anni '80, come Freddy Krueger, e non limitarsi solo al cinema).
Ecco perchè i remake e i seguiti che hanno affollato le sale cinematografiche negli ultimi anni, dal nuovo Terminator ai remake di Halloween, sono destinati a fallire, se non come film (cosa comunque avvenuta nella maggior parte dei casi: si tratta spesso di pellicole anonime o inconsistenti), quantomeno come opere epocali, in grado di cogliere gli umori di una generazione: perchè la società è cambiata, e quelli che in questi film vengono riproposti - peraltro , nel caso dei remake, come copia conforme di qualcosa già girato, e quindi insincera - sono umori già somatizzati, già vissuti, già entrati nei geni nostri e dei nostri figli. Al di là delle critiche sullo sfruttamento commerciale, sui registi meno attenti, al di là insomma della riuscita artistica - si tratta semplicemente di opere che presentano miti fuori tempo massimo. Probabilmente i nuovi punti fermi del cinema di fantascienza americano saranno Avatar di Cameron e District 9 di Neil Blomkamp; non a caso entrambi opere che parlano di incomprensioni fra culture, personaggi obamianamente "meticci" e multiculturalità, cioè quello che apparentemente compone questi anni di fine decade.
P.S. Qual è stato, ora che ci penso, l'ultimo horror paragonabile all'impatto che all'epoca ebbero film come Nightmare o Venerdì 13? Forse la serie di Saw, che pur essendo artisticamente piuttosto mediocre ha creato numerosi epigoni e ha influenzato, con la sua estetica metallica e lurida, molti altri film. Certo non è una buona notizia sapere che oggi sentiamo così familiare il concetto di tortura (che sta alla base dell'intera saga).
Tuttavia, sforzandomi di essere il più obbiettivo possibile, devo dire che artisticamente li trovo molto più interessanti dei successivi anni '90 per non parlare del nuovo millennio. Sia musicalmente che, soprattutto, cinematograficamente. Deve essere stato l'ultimo momento - con pochissime eccezioni, tipo il primo Matrix - in cui la fantascienza americana è riuscita a produrre dei lavori veramente originali e perturbanti: in una manciata di film (Terminator, 1984; Robocop, 1987; Predator, 1987; Blade Runner, 1982 e qualche altro che ora mi sfugge) c'è concentrato tutto il fantastico americano degli anni successivi. Commistioni uomo-macchina; una specie di selvaticità tecnologica, industriale (in quasi tutti questi film c'è almeno una scena ambientata in un'acciaieria), e tuttavia spontanea e naturale; periferie degradate (le città in cui si svolge Terminator sono piene di squallore urbano e white trash, un dettaglio che sono riusciti a mantenere anche nella bella serie TV The Sarah Connor Chronicles). Perchè questi film sono ancora oggi così avvincenti, ci colpiscono con così tanta forza? Evidentemente in qualche modo ci sentiamo legati a quelle immagini, si tratta di pellicole che sono riuscite a cogliere - forse nemmeno consapevolmente - un cambiamento in atto, una qualità invisibile che ce li fa sentire vicini. Ci colpiscono perchè parlano di noi: di quello che stavamo diventando, di come il mondo stava influendo sulla nostra percezione delle cose. Un discorso che senz'altro non vale solo per la fantascienza (presumo che lo stesso ragionamento potrebbe essere applicato ai grandi miti horror degli anni '80, come Freddy Krueger, e non limitarsi solo al cinema).
Ecco perchè i remake e i seguiti che hanno affollato le sale cinematografiche negli ultimi anni, dal nuovo Terminator ai remake di Halloween, sono destinati a fallire, se non come film (cosa comunque avvenuta nella maggior parte dei casi: si tratta spesso di pellicole anonime o inconsistenti), quantomeno come opere epocali, in grado di cogliere gli umori di una generazione: perchè la società è cambiata, e quelli che in questi film vengono riproposti - peraltro , nel caso dei remake, come copia conforme di qualcosa già girato, e quindi insincera - sono umori già somatizzati, già vissuti, già entrati nei geni nostri e dei nostri figli. Al di là delle critiche sullo sfruttamento commerciale, sui registi meno attenti, al di là insomma della riuscita artistica - si tratta semplicemente di opere che presentano miti fuori tempo massimo. Probabilmente i nuovi punti fermi del cinema di fantascienza americano saranno Avatar di Cameron e District 9 di Neil Blomkamp; non a caso entrambi opere che parlano di incomprensioni fra culture, personaggi obamianamente "meticci" e multiculturalità, cioè quello che apparentemente compone questi anni di fine decade.
P.S. Qual è stato, ora che ci penso, l'ultimo horror paragonabile all'impatto che all'epoca ebbero film come Nightmare o Venerdì 13? Forse la serie di Saw, che pur essendo artisticamente piuttosto mediocre ha creato numerosi epigoni e ha influenzato, con la sua estetica metallica e lurida, molti altri film. Certo non è una buona notizia sapere che oggi sentiamo così familiare il concetto di tortura (che sta alla base dell'intera saga).
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