lunedì 19 ottobre 2009

I tre litiganti

Leader PD
Ho visto finalmente il confronto televisivo (si fa per dire: su Youdem, perchè i candidati a quanto sembra non sono riusciti a mettersi d'accordo su un terreno TV comune) fra i tre aspiranti segretari del PD. Fermo restando che nessuno dei tre ha fatto una figura da chiodi, anzi ne sono usciti più che dignitosamente (ma chissà che contegno riuscirebbero a mantenere di fronte ai ringhiosi Ghedini e Belpietro, la cui specialità è interrompere l'avversario a sproposito con l'unico scopo di fargli saltare i nervi), ecco la mia valutazione.

1-Marino. In assoluto il più convincente su tutte le questioni di ordine civile. Ma soprattutto il più netto: ha detto pane al pane e vino al vino, senza tergiversare nè dando risposte evasive. Non ha una carriera politica alle spalle, e si vede: in senso positivo però, perchè oltre a potersi permettere una disinvoltura che gli altri due non hanno, ha anche l'indubbio merito di non essere uno che fa il politico di professione, come appunto Bersani, Franceschini o - un nome a caso... - d'Alema. Forse non è del tutto telegenico - i capelli sembrano quelli di Big Jim, o Mr Zed - però è stato una salubre boccata d'aria.

2-Franceschini. Non un disastro, ma il meno convincente del mazzo. Sembrava un primo della classe che si sforzava di essere simpatico. Inoltre il trasporto con cui sta abbracciando la causa antiberlusconiana è sospetto: sembra una posa presa per differenziarsi il più possibile, che un atteggiamento da sostenersi sulla lunga distanza. Sicuramente ai miei occhi sconta il fatto di provenire dalla disastrosa gestione "buonista" di Veltroni. Le colpe di Walter non sono le sue, certo, ma non è un buon motivo per cui debba avere le mie simpatie: era pur sempre molto vicino al pacato e sereno presidente del PD.

3-Bersani. Mah. Non è nemmeno lontanamente disinvolto come ha detto qualcuno (anzi, ha tenuto proprio un atteggiamento televisivamente sbagliato, masticando nervosamente o incurvandosi, come d'altronde ad Anno Zero: sembra perennemente a disagio e forse lo è davvero). Come Franceschini ha dato risposte in politichese, evasive ed indirette. In termini di chiarezza perde nettamente il confronto con Marino. Ma ha un vantaggio: sembra naturale, genuino. Una sorta di operaio d'altri tempi, solido e gradevole. Da questo punto di vista la sua mancanza di disinvoltura può trasformarsi in un vantaggio. Ma ha un altro gravissimo handicap: è troppo legato a d'Alema.

Non voglio affrontare l'argomento: basti dire che considero d'Alema colpevole di gravissimi errori - se non di veri e propri reati - che hanno gravemente danneggiato tutte le "incarnazioni precedenti" del PD (Ulivo, eccetera) per non parlare dei governi di centrosinistra. è l'incarnazione di tutto ciò che non va con la politica italiana, compreso il fatto che continua a farla nonostante sia completamente e definitivamente bruciato.

Sono consapevole che chiunque diventi segretario d'Alema non sloggerà, così come sono consapevole che probabilmente sarà Bersani il vincitore della tenzone. Per una volta, però, voterò secondo coscienza, scegliendo il candidato in cui più mi rispecchio, e non tenendo conto della logica della Realpolitik o semplicemente dell'utile.

Voto Marino.

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