Nessuno, che io sappia, ha ancora svolto un vero e proprio studio sui rapporti tra l'ascesa al potere di Berlusconi e il tipo di filosofia (umana e civile) che era prospettata nei programmi storici delle reti Mediaset quando ancora si chiamava Fininvest. Eppure sarebbe una ricerca interessante, proprio a livello scientifico: quanto di quell'ingenuo edonismo anni '80 ha formato la generazione di attuali trenta - quarantenni che oggi sono tra i più fieri sostenitori del Cavaliere.
Sono del '79, e quando ero piccolo avevo una passione per Drive In, in particolare per le edizioni condotte da quel mostro da palcoscenico che è Gianfranco d'Angelo. Antonio Ricci al suo massimo, prima di imbolsirsi con la foglia di fico di Striscia la Notizia: Greggio quando ancora faceva ridere! Boldi cipollino e Teocoli al massimo dello splendore! I "a me me pare 'na strunzata" Trettrè! E tante tante, tante curve! Ero ancora un bambino, ma già allora Tinì Cansino e le ragazze Fast Food mi facevano sentire, come dire? Un po' bizzarro... C'era una ragazza credo brasiliana di cui venivano inquadrate SEMPRE ED ESCLUSIVAMENTE culo e gambe: faceva dei commenti taglienti sui fatti del giorno, ed era sempre accompagnata da elefanti, cuccioli di leopardo e leoncini (eh sì, perchè nera=Africa... Ah, beati tempi di razzismo candido ed inconsapevole! Quando Celentano nei suoi film poteva impunemente minacciare un nero del tipo "Zì badrone" di fargli un "occhio nero"...)
Sociologi di ogni genere si affannano a studiare i motivi del trionfo berlusconiano, ma in realtà è una domanda che dovrebbero rivolgere ad Antonio Ricci (anche senza fidarsi troppo della risposta...). C'è un fantastico libretto uscito anni fa, con in allegato una videocassetta, scritto dal patron di Drive In, ossia "Striscia la Tivù". Imprescindibile, per quello che dice e soprattutto per quello che non dice o addirittura nasconde (ma che si può benissimo dedurre tra le righe...). Apparentemente, è una quasi autobiografia dove vengono raccontati i meccanismi comici di Striscia, come nascevano certe battute, e così via). Nei fatti è un trattato di agghiacciante umanità italiana contemporanea: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. La guerra dell'Auditel, invidie e guerre tra presentatori, programmi motivati da rancori e vendette, cinismo, gossip, tette e culi a tutto andare, e persino un incredibile quanto quasi sicuramente inventato incontro con Berlusconi dove il Cavaliere appare un simpatico ed amichevole compagnone.
Oggi un italiano medio liberal che sia cresciuto con questo genere di programmi è una creatura dalla doppia anima: da un lato è rispettoso delle donne e dell'ambiente, ha un grande senso civico, difende i giudici, è contro la pena di morte e tifa Obama. Dall'altro, ha in sè i germi di questo gaudente mondo berlusconiano, a suo modo anche seducente (ecco a volte come nascono certe accuse di "invidia" da parte dei cadetti forzitalioti rivolte alla sinistra, mi sa...). Insomma, ha una tentazione tremenda di sbracarsi, e di entrare in un vortice di paillettes, palazzine, denaro, e lolite scosciate e cretine, ma chi me lo fa fare di sbattermi per difendere questo paese di merda, fateme magna' pure a me. In pratica, un vulcaniano tipo Spock che anzichè reprimere le emozioni con la logica reprime il desiderio (giustamente) vergognoso di lasciarsi andare ai suoi peggio istinti con il senso civico. Pensate a quanti da una posizione civile progressista sono passati al lato oscuro della forza, e oggi sono ancora più convinti del loro berlusconismo dei sostenitori della prima ora. Come diceva Fabrizi in "C'eravamo tanto amati", gli onesti cianno quella purezza che se je capita l'occasione, diventano tarmente mascalzoni che t'ammolleno le fregature pejo de li mascalzoni diciamo normali.
Anche nei circoli di Sinistra e Libertà, del PD e dell'Italia dei Valori si raccontano le barzellette sulle mignotte, e si pensa che sì, beh, è uno schifo, ma in fondo Noemi ci ha un bel culo a mandolino. Hai capito papi...
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